“Dimentichiamo troppo spesso che andare a scuola è una fortuna”: è con questa frase che inizia il meraviglioso film-documentario uscito nelle sale il 26 settembre 2013, “Vado a scuola”.
Il documentario è nato da un’idea di Pascal Plisson e in 77 minuti mostra le difficoltà di quattro bambini, tra Africa, Asia e America Latina, che ogni mattina percorrono decine di chilometri di strade impervie e sconnesse per arrivare a scuola, accompagnati a volte anche dai fratellini.
Questa pellicola ha ottenuto il patrocinio dell’UNESCO, l’organizzazione per la cultura e i beni culturali dell’ONU.
Il film inizia mostrando un bambino che scava nella sabbia per avere dell’acqua da bere. Il ragazzo ha undici anni, si chiama Jackson e vive a Laikipia, in Kenya, con i genitori, i fratellini e la sorellina Salomè.
Con gli avvertimenti e gli auguri di buona fortuna da parte del padre, alle 5:30 Jackson e sua sorella partono per un viaggio a piedi in mezzo alla savana lungo quindici chilometri. Impiegheranno due ore e come punti di riferimento non ci sono né strade né cartelli o palazzi: dovranno seguire il corso del fiume e salire su una collina per controllare che sul loro cammino non ci siano elefanti o altri animali pericolosi. Fortunatamente, però, riusciranno ad arrivare a scuola in tempo per l’alzabandiera.
La successiva protagonista si chiama Zahira, ha dodici anni e vive in Marocco, sulla catena montuosa High Atlas. E’ l’unica tra le sue sorelle a non essersi sposata già a tredici anni e ad aver avuto la possibilità di accedere all’istruzione, i suoi parenti sono molto orgogliosi di lei. Dopo aver percorso alcuni dei ventidue chilometri che la aspettano ogni lunedì, Zahira incontra le sue amiche Noura e Zineb, che la accompagneranno fino a scuola
Purtroppo durante il tragitto della durata di quattro ore, Noura si sloga una caviglia. Dopo una breve sosta le tre amiche raggiungono il villaggio più vicino e, seppure dopo molti rifiuti, trovano un passaggio in un camion aperto fino alla città in cui sorge la loro scuola. Sostano al mercato per comprare dei datteri in cambio di una gallina, dopodiché le tre ragazze corrono a scuola, in tempo per l’alzabandiera.
Altro protagonista è il dodicenne Samuel. Dopo aver contratto la poliomelite il ragazzo non è più riuscito a camminare, ma la sua sete di sapere è così forte che niente può impedirgli di andare a scuola. Vive con i fratellini di dieci e nove anni, Emmanuel e Gabriel, e la madre nella Bay of Bengal, in India.
Tutte le mattine Gabriel ed Emmanuel spingono la fatiscente carrozzina di Samuel per quattro chilometri, equivalenti ad un’ora e mezza di viaggio, per arrivare a scuola in orario.
Subito dopo la telecamera si sposta in Patagonia, regione nel Sud dell’Argentina, dove l’undicenne Carlos e sua sorella Micaela si stanno preparando a percorrere a cavallo venticinque chilometri, in un’ora e mezza, per poter studiare. Lungo la strada lasciano un fiocco rosso come buon auspicio per un buon anno scolastico.
A circa metà del percorso, dopo aver più volte rischiato di cadere da cavallo o perdersi a causa dell’assenza delle strade, incontrano due loro amici a cavallo. Tutti insieme arrivano a scuola sani e salvi e in tempo per l’alzabandiera.
Tutti i protagonisti di questo film non sono attori, ma sono ragazzi come noi e anche loro hanno molti sogni: Jackson vuole diventare un pilota di aerei per vedere il mondo, Zahira e Samuel desiderano diventare medici, Micaela maestra e Carlos veterinario.
Questa pellicola ci è piaciuta molto perché ci ha fatto riflettere sull’importanza del diritto all’istruzione e su quanto siamo fortunate ad essere nate in italia, dove questo diritto è garantito senza dover affrontare pericoli e duri tragitti; inoltre il film ci ha trasportate nei meravigliosi paesaggi dei quattro protagonisti, nelle loro fatiche, nel loro coraggio e nei loro sogni.
Ilenia B., S. Mariani., Sara M.