Noi ragazzi di terza, abbiamo visto un magnifico film in lingua francese “Dilili à Paris” di Michel Ocelot, che forse molti di voi avranno già visto al cinema, vincitore del premio César nel 2019 come miglior film d’animazione. Il film si svolge durante la Belle Époque, un periodo storico che a noi studenti è piaciuto molto, perché è stato un periodo di pace, senza guerre, dove le persone volevano divertirsi, passare del tempo insieme nella massima spensieratezza, tutti erano ottimisti. È un’epoca che è una vera esplosione di talenti in tutte le attività umane. Il ritratto che il regista tesse di Parigi è, soprattutto, quello delle persone. Perché sono proprio le persone che fanno di Parigi una capitale incomparabile, la loro molteplicità è stupefacente e queste persone vengono da tutto il mondo. Oltre a presentarci i tanti personaggi vissuti nella Belle Époque, il regista ha voluto parlare di un altro argomento: il maltrattamento delle donne da parte degli uomini, ovunque e in ogni luogo. Michel Ocelot riesce a parlare di questo flagello terribile attraverso un film pieno di colore, di allegria, in costume e con scenografie bellissime, destinandolo ad un pubblico di ogni età. La protagonista del film, Dilili, è stata nominata “messaggera dell’UNICEF” nel settembre del 2018, grazie ai principi che difende: l’emancipazione delle donne e la lotta alla disuguaglianza di genere.
Nel film abbiamo incontrato tanti personaggi che conoscevamo e tanti che non conoscevamo come: Louis Pasteur, Marie Curie, Emma Calvé, Sarah Bernhard, Claude Monet, Henri deToulose-Lautrec, La Goulue, Les Frères Lumière, Chocolat, Renoir, Louise Michel, Claude Débussy, Colette, Erik Satie, Marcel Proust, Alberto Santos-Dumont. Così abbiamo pensato ad un progetto che ci coinvolgesse in prima persona e ci catapultasse nella Belle Époque. Ci siamo divisi a coppie o massimo in gruppi di tre e abbiamo scelto il personaggio di quell’epoca, che più ci aveva colpito, per realizzare un’intervista impossibile. Gli obiettivi di questo progetto sono stati: cercare di migliorare la nostra produzione orale in francese; approfondire personaggi di questo fantastico periodo storico; mettere in campo tutte le nostre competenze in ambito informatico; migliorare i rapporti tra noi compagni; utilizzare la nostra creatività. A noi il risultato delle “Interviews impossibles” è piaciuto anche se riascoltandoci, ci siamo resi conto che dobbiamo ancora migliorare, ma apprendendo la lingua in questo modo tutto è stato più semplice e allo stesso tempo ci siamo divertiti collaborando.
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