Grazie alla settimana di Libriamoci i ragazzi della prime classi della scuola M. L. “Patrizi” di Recanati hanno scoperto la prima bistecca spaziale.
Questa bistecca è stata fatta da quattro aziende: due americane,una israeliana e una russa. Si chiama “spaziale” perché non è una semplice bistecca, ma è stata realizzata con una stampante tridimensionale e sarà utilizzata all’inizio per le missioni degli astronauti.
Per crearla occorre prendere poche cellule di bovino e poi aggregarle in strutture tridimensionali chiamate sferoidi; queste vengono combinate con sostanze compatibili con i tessuti biologici e finora sono state utilizzate solo nelle stampanti 3D. Per ottenere organi in miniatura, tutti questi elementi vengono combinati durante la stampa 3D per mezzo di forze magnetiche e il risultato è un frammento di tessuto. Nello spazio la tecnica avviene in modo diverso: per cominciare l’assenza di peso riduce il tempo necessario a stampare, inoltre il materiale biologico che costituisce la bistecca non viene depositato a strati come avviene sulla terra quando si stampano i mini-organi o frammenti di tessuti come la cartilagine.
Da questa novità gli inventori hanno imparato che, anche se si vuole mangiare la carne, non serve uccidere gli animali , ma si potrà mangiare una bistecca e intanto giocare con l’animale da cui è stata ricavata. Questo farebbe anche smettere di utilizzare gli allevamenti intensivi che causano la maggior parte dell’inquinamento e un grande spreco di acqua e quindi sarebbe un aiuto anche per l’ambiente. La notizia dell’invenzione delle prima bistecca 3D è stata diffusa nell’ottobre scorso.
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