“La marcia dei pinguini” di Luc Jacquet è un bellissimo filmato uscito nelle sale cinematografiche nel 2005. Esso narra attraverso la voce di Fiorello la storia appassionante e avventurosa del Pinguino imperatore. 

Tutto si svolge in mezzo all’Antartide dove in inverno la temperatura media è circa -40°.

I pinguini vivono in colonie composte da migliaia di individui. Essi una volta l’anno, all’inizio dell’inverno, escono dall’oceano e si mettono in marcia per raggiungere l’Oamok, una enorme distesa di ghiaccio dove avverrà tutto il rituale di corteggiamento, l’accoppiamento e la nascita dei piccoli pinguini. Nel cammino vengono guidati dalle onde magnetiche della terra. Di solito non si sbagliano strada ma se qualcuno rimane indietro perde l’orientamento ed è destinato a morire di fame e stanchezza.

 

Tutti arrivano sempre allo stesso giorno e alla stessa ora, pur senza calendario e orologio. Una volta arrivati inizia il corteggiamento: i maschi si mettono in mostra e le femmine scelgono.

Passati tre mesi dal rituale dell’accoppiamento nasce l’uovo; appena deposto, la madre lo passa al padre e l’uovo viene subito coperto con la piega della pancia paterna altrimenti muore.

I pinguini più inesperti fanno scivolare l’uovo lontano e immediatamente esso si congela, invece le femmine più esperte provano le manovre più volte prima di passare l’uovo al maschio. La femmina, dopo aver consegnato l’uovo, va in mare a mangiare e a prendere il cibo per il piccolo. Di solito passano due mesi prima che la femmina ritorni.

I pinguini femmina per procurarsi il cibo affrontano non solo le insidie del mare aperto, ma anche e soprattutto le foche leone, loro acerrime nemiche, infatti il cibo preferito delle foche leone sono i pinguini.

Mentre la femmina è lontana, i maschi devono affrontare i rigori dell’inverno e proteggere le uova.. Quando arriva una bufera essi si coprono a vicenda mettendosi a guscio di tartaruga e camminano lentamente in tondo, cosicché espongano solo la schiena dal lato della tempesta e l’addome dove c’è l’uovo e verso l’interno del gruppo nel quale i suoi membri si riparano reciprocamente. Chi si addormenta muore congelato, insieme all’ uovo.

Si fa notte e alcuni maschi crollano per la violenza delle tempeste. Alcuni sognano di danzare come il vento. La notte è lunga, ma poi finalmente arriva il giorno, per i pinguini è la vittoria sull’inverno.

Passati cinque mesi i piccoli escono dal guscio. Mentre aspettano le mamme con il cibo, i padri li nutrono con la piccola scorta che hanno nel becco.

Le madri, mentre marciano verso l’Oamok, si chiedono se il figlio sia ancora vivo e questo pensiero le fa andare più veloci. Arrivate all’Oamok cercano i loro piccoli, appena trovati ogni maschio consegna loro il figlio e si mettono in marcia, sono molto affamati, purtroppo è la fame che li decima ogni anno.

Poco a poco i piccoli crescono grazie alla luce e al cibo della madre. Però l’estate è ancora lontana. Dopo dieci giorni che stanno con la madre fanno i loro primi passi e la loro prima marcia: “la marcia del pinguino libero”, che rappresenta una grande conquista nella loro vita.

 I piccoli devono in seguito fare il battesimo delle tormente, insomma devono sopravvivere alle tempeste. Quando queste finiscono le madri cercano i piccoli e i piccoli le madri.

 Le madri a cui è morto il figlio in un momento di follia tentano di rubare il figlio delle altre madri, ma le vere madri riescono sempre a recuperare il loro piccolo. Alla fine dell’inverno che dura nove mesi, i piccoli, ormai sono abbastanza cresciuti e vengono dai genitori abbandonati a se stessi. Gli adulti ritornano in mare dove trascorreranno tutto il tempo fino al successivo inverno per ripetere il rituale dell’accoppiamento.

I piccoli, a loro volta, lasciano l’Oamok per entrare per la prima volta in mare. Qui ci resteranno quattro anni fino a quando ripeteranno il cammino che hanno fatto i loro genitori.

Come per magia si ritroveranno nello stesso posto.

La storia dei pinguini imperatore riunisce amore, dramma, coraggio e avventura, nella regione più isolata e inospitale della Terra.  Una storia che solo la natura poteva inventare e che da millenni si ripete a qualunque sacrificio pur di generare la vita.

Il film, della durata di 80 minuti, è adattissimo anche per essere visto durante le ore di scienze, come è avvenuto nella classe 1E della scuola Patrizi nel mese di febbraio.

Daniel F.

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