“IO E LA TECNOLOGIA: CHI USA CHI?” è il titolo dell’incontro sull’educazione all’utilizzo dei dispositivi digitali tenuto il 6 marzo da Lorenzo Lattanzi e rivolto a tutte le classi della scuola secondaria Patrizi di Recanati collegate da casa durante la DAD. Lorenzo Lattanzi è un maestro di scuola primaria, animatore digitale del suo istituto scolastico, laureato in legge; ha realizzato un dottorato di ricerca all’Università Cattolica di Milano dal titolo “ Ripensare l’educazione nell’era digitale”, premiato come migliore tesi sul tema di come educarsi al meglio all’uso dei dispositivi attraverso i dispositivi. E’ presidente dell’associazione AIART (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Telespettatori), che ha quasi settant’ anni ed è poco conosciuta. E’ nata come supporto a chi guardava la televisione o ascoltava la radio. Negli anni ‘80 l’associazione è entrata in crisi, ma con l’avvento del digitale ha vissuto un rinnovamento e da tre anni si chiama “Associazione cittadini mediali”. Cittadino vuol dire essere consapevole dei propri diritti (senso civico) e dei propri doveri (responsabilità); parlando di media i diritti non hanno più necessità di senso civico ma di senso critico.
Il dottor Lattanzi è poi entrato nel merito dell’incontro facendo notare agli studenti come molti intervenissero in modo sbagliato nella chat ed ha invitato a scrivere i motivi per cui ci sono persone che scrivono stupidaggini: subito è subentrato il senso critico, facendo capire a chi scrive che non è corretto il proprio modo di esprimersi, ma spesso molti hanno paura di dirlo e di prendere posizione contro chi si comporta male.
Poi il dottor Lattanzi ha fatto vedere una foto con un gatto e una foto dello schermo di un cellulare con delle barre per far capire che la realtà non è quello che appare sullo schermo, sia nei film che nei video degli youtuber, che non sono spontanei ma seguono un copione. L’occhio può essere ingannato. Media education, rieducazione dei nostri sguardi, non sempre l’occhio riesce a vedere tutto. Su un’immagine c’era un ragazzo che attraverso una foto ritocco è riuscito a far sembrare che stesse volando.
Successivamente gli studenti sono stati invitati a fare un gioco scrivendo su www.menti.com. due parole per rappresentare la didattica a distanza. L’applicazione registrava gli interventi con diversi colori e con grafia di diversa grandezza che mutava via via che gli studenti si esprimevano.
Lattanzi ha affermato che ci si preoccupa di ecologia, di cosa mangiamo, di cosa respiriamo, ma non dell’ecologia della tecnologia; bisogna cioè valutare se essa nutre la nostra mente di contenuti utili o nocivi. Con la tecnologia si verifica il fenomeno dell’ Information overload: la valanga di informazioni che rischia di sommergerci, richiamando e spostando l’attenzione (multitasting) . In realtà gli studiosi dicono che il multitasting del nostro cervello non esiste, il nostro cervello ha la funzionalità di swicciare, spostare velocemente la nostra attenzione da una cosa all’altra.
Agli studenti poi è stata proposto un video per far capire come vivere la rete in maniera diversa, per far capire che ognuno deve decidere dove guardare. Il video ha mostrato come con la tecnologia la nostra attenzione si concentra solo su determinati aspetti, invece si deve porre molta attenzione anche alle cose che riguardano il nostro universo, altrimenti si rischia di non notare un messaggio di un compagno che ha una richiesta di aiuto o di non notare un perricolo. Nei casi di bullismo non ci sono solo i bulli e la vittima, ma anche gli spettatori che hanno ignorato o non hanno dato importanza a quello che succedeva perché presi da altro. Se siamo preoccupati solo dei nostri interessi perdiamo il contatto con la realtà, perdiamo la possibilità di essere in relazione con gli altri. Attenzione e distrazione sono due facce della stessa medaglia: essere distratti è normale, la distrazione ha portato l’uomo ad evolversi e sopravvivere, se ci distraiamo abbiamo una capacità in più, ma il problema si verifica se la distrazione avviene in un momento importante. La distrazione in sé non è mai negativa, ma occorre che avvenga in maniera consapevole.
Chi costruisce comunicazione conosce il funzionamento del nostro cervello, quando noi ci troviamo di fronte a uno schermo ci dobbiamo domandare se c’è il trucco e dove è.
Lattanzi ha poi mostrato un video con un gioco di carte in cui vi era un trucco, in cui la realtà era manipolata e lo spettatore non si accorgeva. Sono state poi proposte due foto con due coppie, Fedez e Ferragni, Icardi e Wanda Nara. Il relatore ha fatto notare che erano due foto di amore diverse, ma che entrambe erano dei montaggi, dietro ad esse, infatti, vi è il fotografo che fa le foto, che fa servizi fotografici e li pubblica, quindi le foto non sono spontanee, sono preparate, e quello che mostrano è finzione; non è detto che quello che viene mostrato nelle immagini sia quello che corrisponde alla realtà.
La nostra attenzione e distrazione dipendono da noi. Tutto quello che noi vediamo può essere manipolato o può manipolarci, dobbiamo essere capaci di guardare oltre la nostra attenzione.
Alla fine gli studenti sono stati chiamati a fare un altro word cloud sull’interessante incontro, che ha riscosso commenti molto molto positivi.
Agnese T., classe 1A