Nei giorni 23 e 24 gennaio i ragazzi delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado di Recanati  hanno assistito allo spettacolo “Fuori misura (il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno)” al teatro Persiani.

Il monologo, interpretato da Andrea Robbiano, parla di un operatore di un call center laureato in lettere. Il ragazzo, con il sogno di insegnare, riceve l’opportunità di farlo sostituendo una professoressa malata nella sua vecchia scuola. Quando però scopre di dover spiegare Leopardi, diventa agitato per la difficoltà dell’argomento e chiede sostegno  al suo amico Salim che rappresenta la voce della sua coscienza.

La rappresentazione è piena di battute e  azioni divertenti per aumentare e ravvivare l’attenzione degli spettatori. Oltre alla comicità, però, l’opera tratta tematiche presenti ancora oggi, come la ribellione, l’amore non corrisposto, la voglia di fuggire e il sentirsi “fuori misura”, come spesso capita agli adolescenti.

La recita vuole mettere in risalto la diversità di Leopardi nei confronti dei suoi coetanei, per il fatto di essere un grande studioso e perché aveva una malattia, la tubercolosi ossea, che lo rendeva più basso e deformato. Un’altra cosa che contraddistingueva Leopardi dagli altri era la sua grande voglia di fuggire da Recanati per cercare nuovi stimoli in giro per l’Italia.

L’ opera, scritta da Valeria Cavalli, è nata nella mente della regista quando essa ha sentito dei ragazzi  parlare de “L’Infinito” e di varie poesie di Leopardi che dovevano imparare a memoria. Così la Cavalli ha iniziato a ripensare a quando lei doveva studiarle e ha deciso di trasformare quei ricordi in uno spettacolo teatrale, per rendere più piacevole per i ragazzi un argomento difficile e talvolta pesante. Scrivendo pensò che Leopardi doveva essere raccontato da un giovane insegnante pieno di passione, di vita, timido ma allo stesso tempo acceso, coraggioso e con la capacità di far sorridere e di far commuovere. Per lei, quest’opera non doveva essere un saggio o una biografia, ma un monologo dialogato con il pubblico, una lezione coinvolgente che ci potesse far ragionare sull’ essere “fuori misura”, come un adolescente si sente di solito. Valeria Cavalli sottolinea il fatto che, se non fosse stato per le parole ragionevolmente irragionevoli di Giacomo e per i suoi bellissimi versi, non avrebbe scritto quest’opera che ora va in tour in molti teatri italiani.

Noi ragazzi abbiamo apprezzato molto questo spettacolo in quanto coinvolgente, istruttivo e divertente.

 

Chiara A., Ludovica T.

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