Parlare di bullismo o cyberbullismo non è mai facile, soprattutto con alunni di quinta primaria alle prese con i primi conflitti adolescenziali, il bisogno di accettazione del gruppo e il desiderio di staccarsi dal mondo grazie all’uso dei media. 

Per non incorrere a “frasi fatte” ho deciso di assegnare ai miei alunni il compito di fare un disegno riguardante tali temi. Ogni loro disegno è stato utile per tirare fuori delle nuove riflessioni e consapevolezze: c’è chi ha disegnato i bulli come delle ombre che perseguitano il ragazzo-vittima; chi ha inventato delle possibili chat in cui viene deriso qualcuno, vengono mandate foto e c’è chi fa lo spettatore-passivo, chi ride e chi prende le difese- finalmente- ; chi ha rappresentato atti di violenza fisica o verbale…

Quest’ultimo aspetto è stato fondamentale per sottolineare la differenza, spesso non evidenziata, tra atto di violenza e bullismo . Entrambi condannabili, ma diversi. Un aspetto è ridere insieme di qualcosa, un altro è litigare, discutere animatamente, ma in modo occasionale e non ripetuto nel tempo, ben diverso, è usare prepotenza e violenza con intenzione, persistenza e frequenza.

Scritto da:
Angela B.
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