Musica, danza, sfida, senso di colpa, ecco su che cosa è basato lo spettacolo di due fratelli ballerini chiamati “Caino e Abele” della compagnia Rodisio\Tak.

Questo spettacolo, della sola durata di 50 minuti, affronta molti aspetti dell’essere umano con la vecchia storia della Bibbia e del Corano, quella di Caino e Abele, ma ambientata ai giorni nostri.

La vicenda, priva di dialoghi, è raccontata attraverso le danze dei due attori e dalle immagini di opere d’arte e frasi che scorrono su uno schermo.

Abbiamo visto questo spettacolo,  rivolto alle classi prime e seconde dei due istituti secondari di primo grado della città, il 17 febbraio 2017 al teatro Persiani di Recanati, grazie al progetto comunale Xersianixnoi.

La rappresentazione è iniziata con una veloce sequenza di immagini e di frasi, come “Da che parte stai?” o “Che differenza c’è tra uomo e animale?”, proiettate sullo schermo posto sul fondo del palco. Dopo questi effetti scenici, arrivano gli attori, due ragazzi giovani che ballano Hip-Hop: uno rappresentante Caino e l’altro Abele.

Essi si vogliono bene, perché sono fratelli e, come i tutti i fratelli, giocano e si aiutano. Poi, come può capitare nella vita di tutti, decidono di sfidarsi: vogliono stabilire chi balla meglio.

Caino divide il palco in due parti con dello scotch di carta bianca e qui parte il duello fra i due. Essi iniziano a ballare fino a che uno non molla e quell’uno è Caino, che perde

Abele, orgoglioso della vittoria, si vanta e festeggia in molti modi, mostrando i muscoli in segno di potenza, fa la Dab Dance,  prende un telefono e fa dei selfie con il pubblico. Caino rimane in disparte offeso, rabbioso e pieno di collera, che ad un certo punto scarica su Abele, colpendolo con una mazza di ferro calata con una corda sul palco. Caino ha ucciso Abele.

Caino a questo punto ha perso suo fratello e si sente in colpa. Urla “Uccidetemi!”, però “nessuno può uccidere” e egli deve convivere col dolore.

Lo spettacolo è abbastanza breve, però è pieno di significati e di aspetti, che alla prima impressione non risaltano, ma di cui poi, riflettendoci, si capisce il senso profondo.  Ad esempio la scritta “che differenza c’è tra uomo e animale?” fa pensare agli spettatori che Caino ha ucciso Abele senza pensare, come fanno gli animali, agendo soltanto d’istinto. Oppure  la frase “Caino ha paura”, comparsa nello schermo prima che Caino uccidesse Abele, ad un  primo impatto non è chiara, ma poi ci si domanda ” perché Caino dovrebbe avere paura se è arrabbiato?”. Beh, per la questione ci sono diverse interpretazioni, ma quella che forse ha voluto trasmettere il regista è che Caino ha paura nei confronti della vita, perché ha paura di rimanere sempre un perdente, inferiore, e di non vincere più.

Subito egli non si rende conto di quello che ha fatto, ma, poi pensa, e nello schermo compaiono le scritte: “Caino si è pentito”, “Caino  dice: Uccidetemi”, “Nessuno deve uccidere Caino, Caino deve ricordare”.

Ciò significa che Caino, essendosi pentito, vuole essere ucciso, ma è scritto che non bisogna uccidere: Caino deve ricordare ciò che ha fatto per non ripeterlo mai più e, soprattutto, deve ricordare il fratello ucciso.

Lo spettacolo è una condanna della violenza. Il suo messaggio è di non uccidere, ma anche di pensare prima di fare le cose, altrimenti si potrebbero avere conseguenze drammatiche. Non bisogna scaricare la rabbia con la violenza.

Un altro messaggio importante è contenuto nella scena finale, in cui sono ritratti due fratelli che corrono sull’erba e, sfiniti per la gara, si buttano a terra a riprendere fiato e a guardare il cielo: è meglio vivere con qualcuno che soli. 

Questa storia ci permette di parlare di questo nostro mondo di oggi che continua a esaltare solo i vincenti, che non vuole perdere mai. La sconfitta non è ammessa, la paura nemmeno. Lo devi imparare subito, fin da piccolo. La violenza di oggi è quella di quel tempo lontano. Il perdente è escluso. La risposta deve essere sempre forte, violenta. Ma perché? Non ci sono altre possibilità, altre soluzioni?

Lo spettacolo a noi alunni è piaciuto moltissimo, perché, oltre ad avere un significato molto importante, in esso il regista è riuscito a mettere insieme quello che piace ai giovani al giorno d’oggi: ballo, musica, sfida, emozioni.

Matteo P., Corbo M., Ilenia B., Francesco M.

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