Il 27 gennaio di 77 anni fa, i soldati sovietici entrarono ad Auschwitz e scoprirono l’ enorme campo di concentramento dei nazisti. La Giornata della Memoria, in cui si ricordano le vittime della Shoah, del nazismo e del fascismo, si celebra in tutto il mondo. In Italia è stata scelta questa data perché il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nei pressi della città polacca di Auschwitz, (Oswieçim in polacco), scoprendo l’ enorme campo di concentramento e sterminio utilizzato nel corso del genocidio nazista: verso mezzogiorno, le prime truppe sovietiche del generale Viktor Kurockin entrarono ad Auschwitz e trovarono circa settemila prigionieri che erano stati lasciati nel campo. Dieci giorni prima della liberazione i soldati tedeschi portarono via molti degli ebrei rimasti ad una marcia, “la marcia della morte”. Molti dei sopravvissuti trovati dai russi erano bambini e una cinquantina di loro aveva meno di otto anni. Erano vivi perché erano stati usati come cavie per la ricerca medica tedesca.

Ma che cosa avevano fatto di male gli ebrei?

Nulla, erano solo considerati diversi, persone che non appartenevano ad una “razza pura”, quella ariana, e perciò discriminati secondo le leggi razziali approvate anche e soprattutto da coloro che erano, in quel periodo, i dittatori tedeschi e italiani: Adolf Hitler e Benito Mussolini.

Il giorno 11 novembre del 1938 in Italia apparvero su tutti i giornali le leggi per la “difesa della razza” tra cui:<<L’Ebreo non può: prestare servizio militare, dirigere grandi aziende, possedere terre con estimo superiore a 5000 lire o case con oltre 20000 lire di imponibile, avere persone di servizio ariane, avere impieghi statali o parastatali o nelle banche di interesse nazionale o nelle imprese private di assicurazioni, frequentare le scuole ariane, sposarsi con persone ariane, ecc. …>>.

Eppure anche gli ebrei sono persone come le altre, anche loro hanno una storia: loro discendono dal popolo ebraico che circa duemila anni fa abitava l’attuale Palestina, da cui venne poi disperso dai Romani.

Gli ebrei nel corso dei secoli si sono integrati con le popolazioni degli Stati in cui andarono a vivere, divennero cittadini di questi Stati e per questi si impegnarono e combatterono. Essi professano la religione ebraica, ma molti di loro non seguono nessuna religione. Eppure vennero considerati inferiori. 

Il 27 gennaio del 1945 finì ufficialmente il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo: è stato calcolato che ad Auschwitz morirono più persone che in qualsiasi altro campo di concentramento nazista. Sui numeri non ci sono certezze, ma secondo i dati dell’US Holocaust Memorial Museum, le SS tedesche uccisero almeno 960.000 ebrei, 74.000 polacchi, 21.000 rom, 15.000 prigionieri di guerra sovietici e 10.000 persone di altre nazionalità. In tutto, considerando anche i campi di concentramento in Italia e negli altri stati europei, le morti ebree corrispondono a circa sei milioni di vittime.

Il Giorno della Memoria è stato riconosciuto ufficialmente da una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il primo novembre 2005, durante la quarantaduesima riunione planetaria dell’organizzazione. In più la legge del 2001 afferma che si debbono ricordare tutte le persone (non ebree) “Giuste” che hanno cercato in qualsiasi modo di proteggere e salvare quanti più ebrei possibili, rischiando e rimettendoci, qualche volta, anche la vita.

Nella nostra scuola “M.L. Patrizi”, come nelle scuole di Recanati, sabato 26 gennaio è stata svolta un’attività molto importante riguardante la Shoah e proposte diverse letture sull’argomento. Questo progetto, “Maratona di lettura”, promosso dal Comune di Recanati insieme all’Istituto Storico di Macerata, ha riguardato tutte le classi del plesso “M.L. Patrizi” ed è consistito appunto nel leggere pagine di libri selezionati dagli insegnanti. In questo modo gli alunni hanno potuto vivere, attraverso le storie, l’assurda vita nei campi di concentramento o l’arresto di persone innocenti. Il progetto è nato nel 2016 quando si è letto il libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi ed è continuato poi negli anni: nel 2017 si è trattato della narrazione “La tregua”, sempre di Primo Levi; successivamente nel 2018 gli alunni hanno conosciuto “Il diario di Anna Frank” e infine nel 2019 “16 ottobre 1943” di Giacomo De Benedetti.

Di quest’ultimo libro nella scuola Patrizi è stato letto da pagina 3 a pagina 6 che parlavano in generale degli italiani ebrei di Roma e delle loro abitudini per esempio: per i cristiani il giorno festivo è la domenica, mentre per loro è il sabato. Si parla di una donna non ebrea che un giorno sente da un carabiniere cosa sarebbe successo agli ebrei e, perciò, riferisce tutto ad una sua amica ebrea, che lo va a raccontare a tutti gli altri ebrei, ma essi non le credono, tanto da arrivare a dire che lei si stava inventando tutto.

 

A seguito della lettura, i ragazzi delle terze sono andati nelle classi dell’Istituto a parlare di cosa hanno imparato dalla conferenza sulla Legislazione anti-ebraica tenuta da Michele Sarfatti, a cui avevano partecipato la settimana precedente. 

Oltre a mostrare alla L.I.M. vari periodi di storia tedesca e italiana riguardante il fascismo e il nazismo, hanno spiegato il significato di alcune parole tra cui: SHOAH= parola che in lingua ebraica significa distruzione, catastrofe, cioè un fatto improvviso che ha un forte carico di annientamento; Sarfatti lo paragona ad uno tsunami. GENOCIDIO= termine coniato da un polacco ebreo nel 1942, deriva dalle parole “gens” e “cidio” e indica l’insieme degli atti commessi da qualcuno con l’intenzione di distruggere un popolo o un gruppo di persone. SOLUZIONE FINALE= “Endlosung” in lingua tedesca; l’espressione era stata usata per evocare ciò che i nazisti tedeschi stavano compiendo sugli ebrei, ovvero uno sterminio.

La riflessione nelle classi è proseguita con l’analisi degli articoli della Costituzione italiana, la legge fondamentale del nostro Stato, in particolare dell’articolo 3:

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, di lingua, religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Nel 2018 il Presidente della Repubblica Mattarella ha nominato senatrice a vita Liliana Segre, testimone della Shoah e sopravvissuta dei campi di concentramento. Questa scelta intende richiamare ancora la nostra attenzione sull’ immane tragedia della Shoah e aprire una riflessione sul presente.

Se penso a ciò che è accaduto mi viene molta rabbia e mi domando cosa avrei fatto io se fossi stata lì ad osservare lo sterminio, se anche io avrei pensato, ignara di tutto, che gli ebrei sono inferiori, o se avrei rischiato la mia vita per salvarli. Ma se fossi stata anche io un’ebrea? Cosa avrei potuto fare? Nascondermi?

NO, avrebbero trovato subito una ragazza di 12 anni sola e indifesa, poi dove? In un tombino o all’interno di un armadio forse. E se invece fossi partita o se fossi scappata o addirittura se fingessi la mia morte o falsificare la mia identità?

Il punto è che non sarei riuscita a fare un bel niente. Ognuno di noi sarebbe potuto finire in un qualsiasi campo di concentramento. Perciò è assolutamente da evitare tutto questo. Già mi immagino io in un campo di concentramento, probabilmente sola e senza famiglia, sporca, malnutrita e stanca, domandandomi, senza avere una risposta, il perché vivere, con la paura ogni giorno crescente di morire. Conoscere e Ricordare: queste sono due efficaci armi per sconfiggere un nemico così mostruoso. 

Giulia C.

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