UN SITO E DUE LIBRI PER SCOPRIRE LE FIGURE DEI GIUSTI
Il 6 marzo è la Giornata europea dei Giusti.
Chi sono i Giusti?
Il titolo di “Giusto tra le nazioni” è stato attribuito ai non ebrei che durante la Shoah, disinteressatamente e a loro rischio e pericolo, salvarono la vita agli ebrei; i loro nomi sono ricordati in Israele nel “Giardino dei Giusti”.
Negli anni il concetto di “Giusto” è stato esteso sino a includere quanti, in ogni parte del mondo, hanno salvato vite umane in tutti i genocidi e difeso la dignità umana durante i totalitarismi.
Un libro che può essere letto per affrontare il tema della Shoah con i più giovani è “La portinaia Apollonia” di Lia Levi; esso fa riflettere su tante tematiche, tra cui il pregiudizio ma anche sulla figura dei “Giusti”. La storia che vi si racconta è ambientata nel 1943 in una città italiana sotto l’occupazione nazista, dove viveva un bambino ebreo di nome Daniel insieme alla sua mamma. Il papà era dovuto fuggire per evitare la deportazione. La mamma di Daniel lavorava di nascosto perché agli ebrei erano state proibite tante occupazioni. Daniel, con i suoi amici, si divertiva a prendere in giro Apollonia, la portinaia del palazzo. Anche se Daniel rideva di lei, in realtà gli faceva paura e pensava che fosse una strega. Un giorno, tornato a casa dopo essere stato a comprare il pane, Daniel non trovò la madre e cominciò a chiamarla ma all’improvviso una mano coprì la sua bocca. Daniel venne trascinato in una stanza buia del palazzo ed ebbe paura. Poi vedendo che si trovava lì anche sua madre, capì: la portinaia Apollonia li aveva aiutati a nascondersi dai soldati tedeschi.
Apollonia è un personaggio inventato, ma nella storia ci sono state persone che hanno agito come lei.
Nel sito dell’Associazione GARIWO, la foresta dei Giusti, è possibile approfondire la conoscenza dei “Giusti” realmente vissuti durante la Shoah, scoprire il loro nome, conoscere la loro vicenda. Tra questi “Giusti” vi sono anche molti italiani di vari paesi, come ad esempio quelli adottati dagli alunni della scuola “M.L. Patrizi” di Recanati: Gino Cipolletti (Varese), Andrea Schivo (Villanova d’Albenga), Giovanni Palatucci (Montella), Carlo Angela (Torino), Gino Bartali (Firenze), Mario Martella (Roma), Betty Ambiveri (Bergamo), Giorgio Perlasca (Como), Giacomo Bassi (Gottro), Benedetto De Beni (Costermano), Lorenzo Perrone (Torino). Gli alunni hanno svolto su di essi una ricerca, hanno raccontato ai compagni la storia del personaggio che hanno scelto ed hanno illustrato alcuni momenti della sua vita.
Il concetto di giusto è stato esteso anche ai nostri giorni e nel sito GARIWO si possono conoscere le storie di queste persone. A riguardo si può leggete un altro libro per ragazzi che fa conoscere la figura di una giornalista, Anna Stepanovna Politkovskaja.
Il libro “Il sogno di Anna” di Lucia Tilde Ingrosso racconta di una ragazza di nome Anna Moroni, che ha una madre in carriera e un padre fumettista e che vuole fare la giornalista, mentre la madre vorrebbe che si dedicasse a qualcosa di più importante nella vita, ma Anna non intende rinunciare e si iscrive ad un corso di giornalismo a sue spese. Grazie ad esso viene a conoscenza di Anna Politkovskaja, uccisa nel 2006 per aver raccontato la verità sul regime Putin e sulla guerra con la Cecenia. Ad appoggiare la protagonista nel suo sogno ci sono la sua amica Bea e Stefano, un ragazzo che conosce in un asilo abbandonato e di cui si innamora, con il quale tra l’altro visita il Giardino dei Giusti di Milano.
I temi di questo libro sono l’adolescenza e i suoi sogni, il rapporto con i genitori che a volte non capiscono fino in fondo la determinazione e l’ambizione di un figlio verso ciò che tanto desidera.
La storia della protagonista Anna ci fa scoprire Anna Politkovskaja che la ragazza conosce grazie al corso di giornalismo che sta frequentando. “Il sogno di Anna” propone, in un crescendo, informazioni sulla giornalista, finché a fine libro si legge l’articolo scritto dalla protagonista Anna su Anna Politkovskaja.
Anna scopre che la Politkovskaja è una giornalista russa uccisa a Mosca nel 2006, era una madre e una cronista. Ha lavorato su tutte le cause più scomode della Russia del suo tempo, in particolare su quella della popolazione cecena, vittima di una guerra sanguinosa ad opera del regime di Putin. La Politkovskaja spesso aiutava i ceceni a fuggire ed a rifarsi una vita. Poche ore prima di morire dichiarò: “La mia vita è difficile, ma soprattutto umiliante. A quarantasette anni non ho più l’età per avere il marchio di reietta. Vorrei un po’ più di comprensione”. Quel giorno il sicario le scaricò cinque colpi di pistola, non un giorno qualsiasi, ma il cinquantaquattresimo compleanno di Putin. Al suo funerale parteciparono poche persone e nessuna autorità.
Sia Anna Politkovskaja che Anna Moroni sono donne, hanno lo stesso nome, amano il giornalismo ed entrambe sono determinate in quello che fanno.
A fine percorso sui “Giusti” gli alunni della “Patrizi” hanno dichiarato di aver apprezzato l’attività: “Mi è molto piaciuto lavorare sulle figure dei Giusti e scoprire il loro mondo, perché essi sono persone che nelle situazioni di pericolo hanno salvato coloro che erano deboli, perseguitati e innocenti e con il loro esempio ci hanno tramandato atti di giustizia, insegnandoci che la tolleranza è un bene prezioso che tutti dobbiamo cercare di applicare. Secondo me i Giusti sono degni di questo nome perché hanno agito secondo gli ideali di giustizia e di pace insegnando al mondo ad apprezzare chiunque, indipendentemente dall’etnia o dalla classe sociale di appartenenza – ha dichiarato Amedeo. Secondo Elena “I Giusti hanno salvato vite perché non ritenevano giusto che persone come loro venissero perseguitate”. Ilda afferma che si è sentita quasi consolata nello scoprire che nel mondo ci sono state persone giuste che hanno saputo aiutare vittime innocenti nel momento del bisogno, esse sono un esempio anche per noi oggi. Sono persone che hanno saputo persistere nel coraggio e sacrificare loro stessi per la giustizia. Fanno sperare che un domani comunque ci sia qualcuno come loro pronto a difendere chi è in difficoltà.
Violante sostiene che le è piaciuto conoscere le storie dei Giusti perché “ci incoraggiano a fare del bene e ad aprire il cuore come hanno fatto loro. Quelle persone per me sono giuste perché hanno fatto cose che solo in pochi facevano anche a rischio di essere uccise.”
Eugenio M., Sara Z.