La giornata del 3 Ottobre con la legge n. 45 del 2016 è stata individuata dal Parlamento italiano per ricordare le vittime delle migrazioni; è stata scelta questa data perché quel giorno nel 2013 avvenne la strage di Lampedusa, in cui 366 migranti, uomini, donne e bambini, hanno perso la vita cercando di attraversare il mare per sfuggire alla guerra, alla dittatura, alla miseria e alla sofferenza.
Dal 2 al 5 Ottobre tutte le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado “M.L. Patrizi” di Recanati hanno trattato il tema delle migrazioni secondo un articolato programma: le classi prime hanno conosciuto con una ricerca perché si emigra, chi sono i minori non accompagnati, in che modo avvengono i viaggi e le difficoltà che incontra il migrante; le classi seconde hanno seguito in un albo illustrato la storia vera di un minore non accompagnato, che, da un viaggio dalla Costa d’Avorio in cui era in corso la guerra civile, è giunto in Italia dopo un viaggio di 4 anni; le classi terze hanno letto una toccante Graphic Novel, che tra testi e illustrazioni ha fatto conoscere agli studenti la storia dell’attraversamento del deserto e del mare compiuto da tre giovanissimi fratelli ghanesi rimasti orfani.
Alle classi prime è stato proposto il libro di Cen Roberts, Hanane Kai “I rifugiati e i migranti. Bambini nel Mondo”, alle classi seconde la storia di Amed tratta da “In mezzo al Mare” di M. B. Leatherdale, infine alle classi terze “Clandestino” di E. Kolfer e A. Donkin.
Ecco che cosa scrivono le alunne e gli alunni, dopo aver conosciuto attraverso le letture alcune storie di migrazione.
“Il libro mi è piaciuto perché il bambino (il protagonista ) ha tanta forza e volontà di ricominciare una nuova vita.” (Matilde)
“Di questo libro, anzi, di questa storia, mi ha colpito tutto: il contenuto, il titolo, ma soprattutto le immagini; i migranti non avevano scarpe, soltanto piedi sporchi e pochi vestiti.” (Thomas)
“Mi ha colpito il fatto che i bambini devono affrontare questo viaggio senza portarsi una valigia, nessun giocattolo ne oggetti a loro preziosi.” (Agnese )
“Questo è il mio destino e non posso cambiarlo”: A me piace molto questa frase perché il ragazzino ( il protagonista ) ragiona come un adulto. A me dispiace che quando i migranti arrivano in Europa vengono rinchiusi in campi di detenzione come se fossero criminali.” (Giulia)
“Pensavo che avrei trascorso tutta la vita al villaggio, insieme ai miei genitori, ma questo è il mio destino e non posso cambiarlo. Questa è una frase tratta dalla storia di Mohamed e mi ha colpito molto perché, anche se il protagonista aveva tredici anni, ha rischiato la sua vita e alla fine è riuscito a realizzare il suo sogno. Ma purtroppo molte persone non sanno cosa significhi affrontare le avversità, perché non hanno mai dovuto farlo. Migrare è una vera scuola di vita.” (Elma)
“Rischiamo di annegare, ma non mi importa.” Questa frase mi ha colpito molto perché Mohamed e i suoi compagni di viaggio non si arrendono. Hanno avuto il coraggio e credevano in se stessi e alla fine sono riusciti a sbarcare vivi. Mi ha fatto anche un po’ arrabbiare il fratello di Mohamed perché, pur essendo il più grande, non ha avuto il pensiero di fuggire dalla Costa D’ Avorio insieme al fratello più piccolo.” (Veronica)
“Il libro è toccante, infatti attraverso le parole del ragazzo riesco a comprendere meglio le sensazioni e le sue emozioni. Questa attività mi è piaciuta perché ora mi rendo conto di quanto sono fortunata, che mi alzo la mattina e sono a casa a fare colazione con mia mamma.” (Ilda)
“Niente da perdere. È una frase dura da dire e pensare che da un ragazzo che aveva tredici anni, ad oggi, nel 2019, il razzismo, le guerre, le discriminazioni sono ancora in atto; spero che nei prossimi anni, le cose cambieranno.” (Giulia)